Extra

Rapporto Federculture, Franceschini: “Dopo il deserto riprenderà la crescita”

531
CONDIVIDI

Mentre il nuovo Dpcm stabilirà un nuovo blocco generale, i musei sono gli unici – a differenza di cinema, teatri, libri e musica – in continua crescita da circa un ventennio. A dimostrarlo, dati alla mano, e il 16° Rapporto Annuale Federculture Impresa Cultura, dal sottotitolo “Dal tempo della cura a quello del rilancio”. Contrariamente agli altri settori culturali, dal 2000 ad oggi musei ed esposizioni sono gli unici a veder crescere i propri visitatori del +21,5% (dal 2010 +7%).  Bene anche i siti archeologici e i monumenti (+36,8% tra 2001 e 2019 e +19,7% dal 2010). Complessivamente, per i musei statali si è passati dai 30 milioni di visitatori del 2000 a circa 55 del 2019. I visitatori più costanti si verificano al Nord, in cui il 37% di visite oltrepassa decisamente la media nazionale del 31,8% (al Centro si verifica il 33,9%). Numeri che possono essere analizzati parallelamente con quelli del turismo in Italia, aumentato dal 2009 al 2019 dell’85% per quello internazionale (da 35 a 65 milioni di arrivi) e del 48% per quello interno (da 45 a 66 milioni).

”Per fronteggiare la crisi della pandemia, solo quest’anno siamo arrivati a 9 miliardi di euro per i settori della cultura e del turismo”. Lo ha dichiarato il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, durante un intervento alla presentazione del rapporto annuale di Federculture, avvenuto in modalità straming. ”Questa crisi ha fatto capire fino in fondo quanto in Italia sia cruciale l’investimento in cultura, quanto siano più tristi le città con i teatri, i cinema, le librerie e i luoghi della cultura chiusi. Questo ci ha consentito di avere risorse importanti per fronteggiare l’emergenza e di introdurre ammortizzatori sociali che questi settori non avevano mai avuto, come la cassa integrazione e le indennità speciali da 600 euro prima e 1.000 euro poi per i lavoratori intermittenti e stagionali”, afferma ancora Franceschini.

”In questa maniera è stato possibile mappare accuratamente le professionalità dei diversi settori della cultura e dello spettacolo, facendone emergere l’enormità. La scoperta della rilevante potenzialità dell’offerta culturale on line va colta poi come opportunità. Sinora è stata intelligentemente proposta in maniera gratuita per favorire la permanenza del contatto del pubblico con il patrimonio culturale, ma in futuro essa potrà integrare l’offerta culturale in presenza a tutto vantaggio di una fruizione più ampia di un prodotto culturale. Ora dobbiamo aiutare le imprese culturali ad attraversare il deserto. È importante lavorare per governare la crescita di consumi culturali che tornerà più forte di prima al termine della pandemia, come si coglie già da alcuni segnali tra i quali la ripresa del libro registrata negli ultimi mesi”, continua il ministro.

CONDIVIDI