Nelle lussuose feste che si svolgevano nella grande loggia di Villa Farnesina, all’epoca luogo per ricevimenti che il banchiere Chigi, suo ricco proprietario, realizzava frequentemente per intrattenere molteplici ed importanti relazioni, Giovanni Da Udine volle ricordare anche i frutti e le verdure appena arrivati dalle Americhe, cibi prelibati per l’aristocrazia romana, come la zucca gialla, le zucchine, il mais. Proprio l’America sarà presente e omaggerà i 500 anni dalla morte di Raffaello, autore di numerose opere della villa, con un racconto a fumetti pubblicato da Topolino “Zio Paperone e la pietra dell’oltreblù” che l’Accademia dei Lincei, attualmente proprietaria della lussuosa dimora di cui è curatrice Virginia Lapenta, metterà in mostra a febbraio, mostrandone cartoni e bozzetti.
Nella villa, inoltre, orgoglio del banchiere Agostino Chigi che lì volle sposare Francesca Ordeasca, verrà appositamente ricostruito quello che all’epoca fu probabilmente il laboratorio in situ di Raffaello, con alcuni oggetti che è possibile ritrovare nelle sue opere, i gioielli che chiedeva di indossare alle sue modelle, dalla Fornarina alla stessa Ordeasca, la sposa che tanto fece scandalo e che morì misteriosamente, molto giovane, poco dopo Raffaello, e lo stesso banchiere, suo marito.
Particolare del laboratorio ricostruito sono i colori di Raffaello, i pigmenti che utilizzava, e gli elementi ripresi dalla ricetta latina che gli permisero di realizzare il prezioso blu egizio, il pigmento storico che creò appositamente per l’affresco dedicato al Trionfo di Galatea.
All’esposizione, affermano dai Lincei, verrà affiancato anche un seminario sul blu egizio, inizialmente programmato per questo novembre ed in seguito rimandato causa Covid come “Raffaello in Villa Farnesina: Galatea e Psiche”, la mostra dedicata al cinquantenario, curata da Antonio Sgamellotti, Socio Linceo e da Virginia Lapenta, Conservatore della Villa.
Realizzata insieme alla Panini Comics, questa particolare esposizione mostrerà Paperello Sanzio, paperotto prodigio pronto a ricevere l’eredità artistica di famiglia e a superarla grazie al suo talento. La storia – pubblicata ad episodi su Topolino nello scorso aprile – mostra Zio Paperone, Paperino, Qui, Quo e Qua impegnati in un’avventura che li vede attraversare tutta l’Italia per fare una tappa anche A Villa Farnesina (nel fumetto Villa Paperina). Bruno Enna (sceneggiatore) e Alessandro Perina (disegnatore) hanno tratto ispirazione da Villa Farnesina per divulgare la storia degli affreschi di Raffaello, commissionati dall’amico Chigi, proprietario della dimora.
Nasce così il quanto episodio che narra il tentativo della strega Amelia di prendere la celebre pietra dell’oltreblù per creare un amuleto capace di permetterle di accedere al deposito di Zio Paperone per impossessarsi della sua Numero Uno. Quando il racconto è stato pubblicato, dichiarano dai Lincei, ancora non erano stati resi noti gli esiti positivi delle ricerche sui materiali utilizzati da Raffaello per il Trionfo di Galatea. Nello specifico, ancora non era noto che l’artista avesse utilizzato un pigmento molto particolare, il blu egizio, primo blu artificiale della storia dell’arte, inutilizzato da secoli.
In questo modo, dopo poco tempo dall’annuncio della scoperta del team di lavoro guidato da Antonio Sgamellotti e costituito da Claudio Seccaroni (Enea), Chiara Anselmi (IRET-Cnr), Michela Azzarelli, Manuela Vagnini (Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto), Roberto Alberti, Tommaso Frizzi (XGLab-Bruker), è sorta l’idea di organizzare, con il laboratorio, un’esposizione in cui verranno mostrati i bozzetti dell’episodio in cui compare Galatea e tutta la Villa, anche se nei fumetti il blu di Paperello Sanzio è ancora realizzato a partire dal lapislazzuli. Alcune didascalie accanto alle tavole spiegheranno gli elementi e le persone realmente esistiti che vengono nominati ed omaggiati in “Zio Paperone e la pietra dell’oltreblù”.