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Covid-19 e crisi dei Musei. Secondo l’Istat

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Secondo la stima effettuata dall’ISTAT, l’Italia dei musei statali ha perso 78 milioni di euro a causa del lock-down imposto per prevenire la diffusione del Coronavirus. La stima prevedeva l’arrivo di circa 19 milioni di visitatori, un numero ingente e superiore ai dati registrati nello stesso trimestre del 2019 (17 milioni di visitatori con introiti pari a 69 milioni di euro).

78 milioni è una grossa cifra. Il settore dei beni culturali, come quello del turismo, è uno dei più colpiti. Negli ultimi anni c’era stato un piccolo incremento dei visitatori, nel 2019 sono stati registrati 55 milioni di persone per le strutture statali, tendenza però arrestata causa pandemia. Il totale degli introiti dell’anno passato è pari a 243 milioni di euro, per risalire la china si impiegherà molto tempo e mette un po’ di rammarico la stima riportata dall’ISTAT:

«Basandosi sulla serie storica dei dati forniti dal ministero è possibile stimare che per il 2020, in assenza di Covid-19, si sarebbe potuto realizzare un incremento del numero di visitatori dei musei statali dell’8,1% rispetto al 2019 e un aumento degli introiti lordi del 12,8%».

Questi, però, non sono gli unici dati che fanno riflettere. Sulla base del censimento realizzato nel 2018, l’Istituto Nazionale di Statistica ha riportato che solo 1 museo su 10 fra quello statali possiede un catalogo scientifico digitale delle collezioni. Solo un quinto, poi, ha digitalizzato l’intero materiale e solamente il 6,1% ha dato la possibilità di fruire il catalogo online.

Dei 460 musei, aree archeologiche e monumenti che compongono il patrimonio culturale statale meno della metà possiede un sito web dedicato, precisamente il 43,7%; la presenza online sui Social Media Network va meglio: il 65,9% possiede degli account.

Ai giorni d’oggi, con la forza tendenza di avere ogni singola informazione con un click o tap, diventa essenziale avere un sito web e degli account sui Social Media Network che possano fare da riferimento per possibili visitatori. Tutto questo dovrebbe essere amplificato in periodi come quello che stiamo vivendo.

Adesso che il lock-down si è concluso e l’Italia sta lentamente ripartendo, riaprono anche i musei, con la speranza che l’incremento dei visitatori stimato dall’ISTAT ritorni il prima possibile. Ma come cambia la realtà che stiamo vivendo, così si deve modificare anche la gestione dei musei.

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