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I ragazzi di “CivicoZero” e il Laboratorio fotografico di Mohamed Keita. Una mostra

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La mostra L’ombra del Tempo realizzata dai ragazzi del Laboratorio di fotografia di CivicoZero Roma, guidato dal giovane malese Mohamed Keita, da oggi – sabato 2 ottobre – in esposizione nei locali del Centro di via Bruzi 14 a San Lorenzo. Si tratta di un percorso di immagini che raccontano il dei giovani fotografi e il loro tempo. Il loro percorso dai paesi di provenienza e l’arrivo in Italia, a Roma. #openhouse#fotografia#oh21

Attimi di quotidianità sono quelli fissati nelle fotografie realizzate dai ragazzi che in questi dieci anni hanno frequentato il lavoratore fotografico di CivicoZero. Un luogo, quest’ ultimo, che per molti è diventato come una “casa”, accogliendo da tempo minori non accompagnati che giungono in Italia, con l’obiettivo di proteggerli e di garantirgli un futuro. Qui ragazzi di diverse età ed etnie, con passati difficili di storie da raccontare, si sono messi in gioco e grazie alla loro tenacia e all’aiuto dei vari maestri, hanno scoperto passioni che difficilmente avrebbero trovato da soli.

È lo sguardo di tanti giovani quello che oggi viene mostrato, di ragazzi che hanno sperimentato un modo nuovo di guardare il mondo: attraverso l’ obiettivo della macchina fotografica.

Pur non essendo tutte immagini tecnicamente perfette, sono il loro racconto della e nella città, nei suoi musei e nella sua storia, il loro modo di scoprirla e imparare e conoscerla, testimonianze delle loro passeggiate e attività o, più semplicemente, della loro quotidianità fuori e dentro CivicoZero.

Le immagini raccontano come si inseriscono nei luoghi che li circondano: dallo spazio di CivicoZero con i suoi laboratori al quartiere di San Lorenzo, che lo ospita, con i suoi luoghi storici ma anche le sue stranezze fino; alla città di Roma, che diventa per loro una nuova madre, che può essere accogliente ma anche destare paure e di respingere. Quella fotografata non è solamente la Roma di grandi monumenti, delle foto da cartolina ma una città semplice, rappresentata dai volti e dagli sguardi di chi la abita, dalle situazioni anche, le più infelici. E da tanti piccoli dettagli che spesso sfuggono a chi è abituato a viverla tutti i giorni.

La macchina fotografica diventa così per questi giovani come un terzo occhio, un mezzo per conoscere l’ambiente e conoscersi, per interagire, da vicino o da lontano, con questa città. Un messo che dà loro la possibilità di scrutare il mondo “senza essere visti”, di soffermarsi e fissare alcuni particolari, o semplicemente qualsiasi cosa colpisca il loro interesse senza essere giudicati, un modo per sentirsi sicuri e liberi.

Da queste fotografie emergono emozioni uniche e una sensibilità fuori dal comune, che il laboratorio di CivicoZero con il suo impegno e le sue stimolanti attività è riuscito a far emergere, regalando a questi ragazzi spazi di libertà creativa.

Testo di Carmen Pilotto

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