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“Between Worlds”. RomaEuropa Festival fino al 25 novembre

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Ad inaugurare la scena e aprire il calendario ufficiale, lo scorso 19 settembre, è stato il coreografo Sergè-Aime Coulibaly e il suo Fao Dance Théatre con Kirina, e a chiudere la manifestazione, il 25 novembre, sarà invece un “gran finale” in coproduzione con Fondazione Musica per Roma coinvolgente tutte le sale. RomaEuropa Festival propone tre percorsi: Storie, Visioni, Suoni (titolo di questa edizione: Between Worlds, dal 19 settembre al 25 novembre). Sono 27 i luoghi in cui si muove il Festival che ospiterà 68 progetti per 168 repliche oltre a mostre, installazioni e con 311 artisti coinvolti.

Per la sezione Storie in cartellone c’è lo svizzero Milo Rau con l’ultima produzione teatrale The Repetition basato sull’esperienza del tragico nell’era post-industriale, e col suo film The Congo Tribunal; la regista argentina Lola Arias in scena con Minefield, confronto tra veterani argentini e inglesi della guerra delle Falklands/Malvinas; la Great Jones Repertory Company nata al La MaMa di New York associata ai Motus per “Panorama”; poi la giovane Caroline Guiela Nguyen, che con la sua compagnia trasforma il teatro in un ristorante vietnamita in Saigon; la coreografa cinese Wen Hui col maoismo anni ’50-70 di Red – A documentary performance; il coreografo libanese Omar Rajeh che in Minaret mostra la distruzione della città di Aleppo; l’Agrupacion Senor Serrano con Kingdom accostato a King Kong; l’iraniano Ali Moini con My Paradoxical Knives; l’argentina Cecilia Bengolea e il francese François Chaignaud con DFS.

Visioni comprende The Prisoner di Peter Brook (e Marie Hèlène Estienne), il riallestimento di Tango glaciale di Mario Martone del 1982 cui hanno collaborato anche Raffaele di Florio e Anna Redi; Nudità con Virgilio Sieni e Mimmo Cuticchio; Quasi niente che Daria Deflorian e Antonio Tagliarini hanno ricavato daDeserto Rosso di Antonioni; un recupero integrale dell’Orestea di Eschilo ad opera di Anagoor, e, tra l’altro, gli israeliani Sharon Eyal e Gai Behar con Love Chapter 2, il duo Tsirihaka Harrivel & Vimala Pons col music-hall Grande, e il coreografo Hofesh Shechter con Grand Finale.

Infine, per Suoni, da segnalare c’è il teatro musicale di The diary of One who Disappeared del regista Ivo Van Hove con il Toneelgroep Amsterdam, mentre il Solistenensemble Kaleidoskop realizza insieme a Luigi De Angelis e a Marco Cavalcoli un lavoro sui Balletti Russi di Djagilev. Nei Dancing Days troviamo il greco Christos Papadopulos con Opus, l’olandese Keren Levi, la norvegese Ingrid Berger Myhre, i viennesi Luke Baio e Dominik Grunbuhel, Salvo Lombardo.

Altre sezioni: Digitalive; Dancing Days; Anni Luce; Kids+Family

Qui il Programma completo

Guarda il video ufficiale

 

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